martedì 1 dicembre 2009

Bottiglie di plastica tossiche

 
Bottiglie e imballaggi di plastica sono responsabili non solo di trasformarsi in rifiuti inquinanti e di comportare alti consumi di petrolio: negli USA e in Canada desta preoccupazione una sostanza chimica in esse contenute, il bisfenolo A (o bpa).
Già oggetto ciclicamente di vari allarmi, il bisfenolo A si usa nella produzione del policarbonato, un tipo di plastica largamente usato per gli imballaggi dell’industria alimentare: dai biberon alle stoviglie, dalle bottiglie al rivestimento interno delle lattine.
Su questa sostanza sono stati compiuti recentemente nuovi studi, promossi dai National Institutes of Health degli Stati Uniti nell’ambito dell’NPA(National Toxicology Program). Test su roditori hanno evidenziato come il bpa abbia effetti molto pericolosi: interferendo con il nostro sistema ormonale (si comporterebbe, di fatto, come un estrogeno), il bpa può dare problemi neurologici, accelerare la pubertà, e anche comportare un aumento dei tumori al seno e alla prostata.
Gli studi continueranno su due fronti: la determinazione del dosaggio nocivo di questa sostanza per l’uomo, e l’effettiva possibilità che essa possa passare dagli imballaggi agli alimenti, e quindi nell’organismo umano.
Dal 2006 nell’Unione Europea la soglia massima di esposizione giornaliera tollerabile al bisfenolo A è stata fissata in 0,05 milligrammi per ogni kg di peso corporeo; e mentre negli Usa è stato chiesto alla Food and Drug Administration di rivedere le sue posizioni sul bpa, in Canada il Ministero della Salute è intenzionato a rivalutare i limiti previsti per l’utilizzo di questa sostanza, bandendola specialmente dalle plastiche usate per i biberon.
Al momento in Europa e in Italia le autorità che vigilano sulla sicurezza alimentare, a partire dall’EFSA (European Food Safety Authority)continuano a ritenere che l’allarme per ora sia ingiustificato: anche i bambini piccoli che consumano latte da biberon di plastica, ovvero gli individui più esposti al bisfenolo A (che verrebbe rilasciato in quantità maggiori se in contatto con liquidi molto caldi), assorbirebbero una quantità di sostanza comunque di molto al di sotto dei limiti tollerati.
In base ai dati scientifici in possesso delle autorità, dunque, il consumatore può stare tranquillo: ma per sgombrare il campo da qualsiasi preoccupazione di certo non fa male preferire ai contenitori di plastica quelli in vetro, specialmente se si tratta dell’alimentazione dei piccolissimi. Un altro consiglio dettato dal buon senso è di non esporre i contenitori di plastica ad alte temperature, e di leggere sempre le etichette che dovrebbero indicare qual è la massima temperatura sopportata dalla plastica utilizzata.
Infine, vale sempre la pena di considerare un cambiamento nelle nostre abitudini di consumatori: poiché l’inquinamento provocato dai rifiuti plastici è comunque un argomento molto più critico rispetto alle diatribe sulla pericolosità del bisfenolo A, ricordiamoci che moderarci nell’acquisto di imballaggi di plastica, preferendo contenitori di vetro e riutilizzabili, fa comunque bene alla nostra salute perché incide significativamente sul contenimento dei danni ambientali.
(fonte iriscasa.it)


Nessun commento: