mercoledì 16 dicembre 2009

FOTOGRAFIE IMLUCY E BART

Una collaborazione tra Lucy McRae e Bart Hess per la realizzazione di queste fotografie molto particolari.

martedì 15 dicembre 2009

Gatti da collezionare

Class presenterà a BEspoke la collezione di deliziosi gattini di stoffa "Kikka&Kitten" che si rinnovano ad ogni stagione vestendosi di nuovi materiali naturali e preziosi come il cachemire organico,nuovi colori e ricercati accessori.Tutte le collezioni di Kikka&Kitten sono realizzate con l'utilizzo di materiali di recupero, principalmente rigenerati da collezioni vintage o fine-collezioni.
 

martedì 1 dicembre 2009

Va in pensione la vecchia lampadina e Ingo Maurer fa la rivoluzione

Il caro vecchio bulbo di vetro con il filamento di tungsteno, dopo oltre un secolo di servizio, viene messo in pensione da una legge europea.
Dal primo settembre scorso sono infatti sparite le lampadine trasparenti da 100 W e oltre, e tutte quelle bianche.
Poi via via si arriverà al bando totale nel settembre 2012.
I sostituti sono già in commercio: lampadine fluorescenti e Led, ai quali tra qualche anno si aggiungeranno anche gli Oled (usano semiconduttori organici al posto di un semiconduttore costituito da cristalli inorganici, che permettono di creare fogli luminosi spessi pochi millimetri ed emettono una luce soffusa).
Molti addetti ai lavori contestano la necessità, la modalità e persino la reale convenienza in termini ambientali della norma europea. Il designer Ingo Maurer che ha fatto della lampadina classica un pilastro delle sue più famose creazioni, come Luccellino e Birds Birds Birds, è forse il più accanito oppositore al bando.
Non si rassegna al diktat e consiglia esplicitamente un atto di disobbedienza civile: la creazione di scorte personali di lampadine a incandescenza www.ingo-maurer.com.
Intanto sta lavorando a un nuovo tipo di lampadina, chiamato Wonderlux: ha la forma di un tradizionale bulbo, ma al posto del filamento di tungsteno contiene un Led nascosto nel portalampada.

Bottiglie di plastica tossiche

 
Bottiglie e imballaggi di plastica sono responsabili non solo di trasformarsi in rifiuti inquinanti e di comportare alti consumi di petrolio: negli USA e in Canada desta preoccupazione una sostanza chimica in esse contenute, il bisfenolo A (o bpa).
Già oggetto ciclicamente di vari allarmi, il bisfenolo A si usa nella produzione del policarbonato, un tipo di plastica largamente usato per gli imballaggi dell’industria alimentare: dai biberon alle stoviglie, dalle bottiglie al rivestimento interno delle lattine.
Su questa sostanza sono stati compiuti recentemente nuovi studi, promossi dai National Institutes of Health degli Stati Uniti nell’ambito dell’NPA(National Toxicology Program). Test su roditori hanno evidenziato come il bpa abbia effetti molto pericolosi: interferendo con il nostro sistema ormonale (si comporterebbe, di fatto, come un estrogeno), il bpa può dare problemi neurologici, accelerare la pubertà, e anche comportare un aumento dei tumori al seno e alla prostata.
Gli studi continueranno su due fronti: la determinazione del dosaggio nocivo di questa sostanza per l’uomo, e l’effettiva possibilità che essa possa passare dagli imballaggi agli alimenti, e quindi nell’organismo umano.
Dal 2006 nell’Unione Europea la soglia massima di esposizione giornaliera tollerabile al bisfenolo A è stata fissata in 0,05 milligrammi per ogni kg di peso corporeo; e mentre negli Usa è stato chiesto alla Food and Drug Administration di rivedere le sue posizioni sul bpa, in Canada il Ministero della Salute è intenzionato a rivalutare i limiti previsti per l’utilizzo di questa sostanza, bandendola specialmente dalle plastiche usate per i biberon.
Al momento in Europa e in Italia le autorità che vigilano sulla sicurezza alimentare, a partire dall’EFSA (European Food Safety Authority)continuano a ritenere che l’allarme per ora sia ingiustificato: anche i bambini piccoli che consumano latte da biberon di plastica, ovvero gli individui più esposti al bisfenolo A (che verrebbe rilasciato in quantità maggiori se in contatto con liquidi molto caldi), assorbirebbero una quantità di sostanza comunque di molto al di sotto dei limiti tollerati.
In base ai dati scientifici in possesso delle autorità, dunque, il consumatore può stare tranquillo: ma per sgombrare il campo da qualsiasi preoccupazione di certo non fa male preferire ai contenitori di plastica quelli in vetro, specialmente se si tratta dell’alimentazione dei piccolissimi. Un altro consiglio dettato dal buon senso è di non esporre i contenitori di plastica ad alte temperature, e di leggere sempre le etichette che dovrebbero indicare qual è la massima temperatura sopportata dalla plastica utilizzata.
Infine, vale sempre la pena di considerare un cambiamento nelle nostre abitudini di consumatori: poiché l’inquinamento provocato dai rifiuti plastici è comunque un argomento molto più critico rispetto alle diatribe sulla pericolosità del bisfenolo A, ricordiamoci che moderarci nell’acquisto di imballaggi di plastica, preferendo contenitori di vetro e riutilizzabili, fa comunque bene alla nostra salute perché incide significativamente sul contenimento dei danni ambientali.
(fonte iriscasa.it)


Risparmiare l’acqua a casa


Per comprendere meglio l’importanza dell’acqua nella vita di tutti i giorni riporto qui di seguito alcuni esempi di consumi idrici civili:
- da un rubinetto aperto escono 12 litri di acqua al minuto;
- con un rubinetto che perde si possono sprecare dai 30 ai 100 litri di acqua al giorno;
- per una doccia di 5 minuti occorrono 60 litri;
- per un bagno oltre 100 litri;
- per lavarsi i denti servono 30 litri di acqua ogni 5 minuti.
E’ su questi presupposti che scienziati, designer, architetti di tutto il mondo hanno dato vita a tecnologiche che permettono di ottenere un risparmio consistente nell’uso dell’acqua. Il più delle volte vengono ideati meccanismi molto semplici che permettono di dimezzano i consumi di acqua corrente, nonchè la riutilizzazione della stessa, come nel caso del Lavabo Abisko.
Ispirato alle cascate svedesi del Parco Nazionale dell’Abisko, dal quale prende il nome, il lavabo è stato progettato per mostrare il flusso naturale delle acque, nonchè per riciclare l’acqua, elemento prezioso per la vita.
Come si può notare dalle immagini, l’acqua che sgorga dal rubinetto confluisce nel lavabo scivolando lungo il percorso verso terra, dove trova rifugio in un serbatoio.
L’acqua del serbatoio viene a sua volta usata per lo scarico del bagno, così oltre all’estetica si ha funzionalità e risparmio.