martedì 31 maggio 2011

Operativo primo satellite che porta Internet in tutta Europa




Internet per tutti in Europa e nelle aree del Nordafrica e Medio Oriente che si affacciano sul Mediterraneo: la rivoluzione di Internet via satellite e' al nastro di partenza con il funzionamento a regime di Ka-Sat, il primo satellite che permette di accedere alla banda larga anche alle zone piu' remote, per le quali oggi e' impossibile collegarsi a Internet.
''Siamo al Big Bang di Internet ad alta velocita' via satellite'', ha detto a Roma il presidente di Eutelsat, Giuliano Berretta. Oltre che in Italia, l'evento e' stato presentato contemporaneamente in Irlanda, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Francia e Grecia. Per il capo dipartimento della Funzione pubblica per l'Innovazione tecnologica, Renzo Turatto, l'arrivo di Internet via satellite e' una promessa anche per l'Italia, dove ''il vero problema sono i servizi online della pubblica amministrazione a livello locale, nei quali siamo in evidente ritardo''. In Italia, ha aggiunto, il 10% della popolazione non ha accesso alla rete'' e questo problema e' ''diffuso ovunque nel Paese, dalla Pedemontana Veneta a decine di Comuni lombardi, alla Sicilia. Quasi tutte le regioni sono toccate''.
Il presidente della Commissione Trasporti della Camera, Mario Valducci, ritiene che ''Internet via satellite offre un'opportunita' importante ai cittadini e alle imprese'' e ritiene che ''la politica potrebbe valutare, per alcune classi sociali che soffrono del digital divide, un contributo dello Stato e delle Regioni per sopperire con Internet via satellite''. Una proposta, questa, che Turatto, ritiene interessante anche se prematura. Fiduciosa Linda Lanzillotta, portavoce di Alleanza per l'Italia (Api), per la quale Internet via satellite ''promette di essere un grande salto per la Pubblica amministrazione''






fonte: ansa

lunedì 30 maggio 2011

SCULTURE METALLICHE

Veramente spettacolari queste creazioni fatte di materiali metallici riciclati. L’artista Edouard Martinet ha utilizzato per le sue opere oggetti di uso quotidiano trovati in un mercatino delle pulci. Interessante anche il fatto che per mettere insieme le sue sculture Martinet non abbia usato saldature ma le abbia assemblate con la tecnica dell’incastro.


















martedì 17 maggio 2011

Test del sangue: per sapere quanto manca alla morte

Tra qualche mese prima fra tutte in Inghilterra, sarà possibile conoscere il periodo in cui con una buona approssimazione potrebbe avvenire la vostra morte. La notizia la dà oggi il quotidiano 'The Independent'.
Sarà presto in commercio, infatti, un test del sangue in grado di valutare, mediante la misurazione delle strutture vitali dei telomeri, cioè le regioni terminali dei cromosomi, quanto vi resta ancora da vivere. Ovviamente si tratta di analisi che prescindono da eventuali incidenti o sciagure, e che vanno rivisti in cui dal giorno dopo la misurazioni vi deste magari a uno stile di vita dissennato a base di stravizi come fumo, grassi e alcol. O addirittura droga.
I telomeri sono considerati i migliori indicatori del livello dell'invecchiamento umano. E così, sfruttandoli con il test si può capire a quale velocità stiamo invecchiando, in modo da capire quando moriremo.
Difficile che in molti accorrano a d acquistarlo, soprattutto considerato il prezzo e la cattiva notizia che potrebbe arrivare. Magari potrebbe farlo un giovane, che con questo esame misurerebbe solo la lunghezza dei cromosomi di una persona consentendo di stabilire solo l'età biologica, con una data di morte lontana da quella attuale. Più pericoloso se lo fa un anziano che magari scopre di avere ancora un paio di anni di vita.
Maria Blasco dello Spanish National Cancer Research Centre di Madrid, inventore del test per la "Life Lenght": «Sappiamo che le persone nate con telomeri più corti del normale hanno una durata della vita più breve ma non sappiamo se vale anche il contrario. Quello che è davvero nuovo in questo test è la sua assoluta precisione. Possiamo rilevare differenze anche molto piccole nella lunghezza dei telomeri e, cosa ancora più importante, siamo in grado di stabilire la presenza di telomeri pericolosi, ovvero quelli che sono molto più corti».

sabato 14 maggio 2011

Peeling naturale grazie al Garra Rufa

 garra_rufa_fish_spa Garra rufa è un piccolo pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Cyprinidae.Questa specie è diffusa in Medio Oriente, nelle acque dolci di Turchia, Siria, Giordania e bacino idrografico di Tigri ed Eufrate, dove abita fiumi, lagune, canali, stagni.

un pesciolino molto usato nei centro benessere per un peeling naturale levando la pelle morta, nel mentre produce un enzima che ha un effetto revitalizzante sulla nuova pelle che risulta più morbida e in salute.

 

un fornitore di questi pesciolini è garrarufa

venerdì 13 maggio 2011

Api impazziscono vicino a cellulare Onde elettromagnetiche forse tra cause scomparsa degli insetti

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ROMA - I segnali del cellulare fanno letteralmente 'impazzire' le api. Lo ha scoperto uno studio di Daniel Favre, un ex ricercatore dello Swiss Federal Institute of Technology, che ha piazzato un telefonino proprio sotto un'arnia per verificare l'effetto sullo sciame.
Durante l'esperimento, pubblicato dalla rivista Apidologie, l'esperto ha verificato le reazioni quando il telefono era in stand-by e quando invece era in funzione per una chiamata: nel secondo caso le api hanno iniziato ad emettere il tipico suono prodotto subito prima di sciamare, che e' continuato fino a qualche minuto dopo il termine della telefonata. Le api, precisa Favre, fanno tutti i movimenti tipici di quando stanno per spiccare il volo, ma non decollano neanche se l'esposizione al segnale dura 20 ore: ''Questo disturbo dell'attivita' delle api potrebbe avere conseguenze drammatiche - scrive il ricercatore - le onde elettromagnetiche potrebbero essere fra le cause della scomparsa delle api in tutto il mondo''.
Sui motivi della moria delle api che si registra nel mondo occidentale ci sono diverse teorie, che coinvolgono oltre che i cellulari anche la nuova generazione di pesticidi, la perdita dell'habitat naturale e un parassita letale per le colonie.

fonte: ansa

lunedì 9 maggio 2011

Le api sono più intelligenti dei computer super-veloci!



Un gruppo di ricercatori della School of Biological Sciences di Londra ha scoperto che le api riescono a risolvere problemi matematici complessi, come quello del “commesso viaggiatore”, più rapidamente dei nostri computer.Il problema del commesso viaggiatore è in sostanza un problema di logica il cui nome deriva dalla sua rappresentazione tipica: prevede che, data una rete di punti (città), collegate tra di loro da strade, venga trovato il percorso più breve affinché il commesso viaggiatore possa visitare tutte le città una e una sola volta.
Mentre ai calcolatori elettronici occorre tempo per elaborare le distanze e scegliere la più breve, per le api il problema non si pone neppure; non si può certo dire che sono flemmatiche nel prendere le decisioni, che vengono prese quasi istantaneamente e sono corrette. Questo le rende, in effetti, più intelligenti di un personal computer di ultima generazione. Per la ricerca sono stati utilizzati dei fiori artificiali, collegati in remoto ad un elaboratore dati. Gli studiosi hanno capito che alle api bastavano pochi minuti d’esplorazione del tracciato per individuare il percorso più breve.
“Le api utilizzano molta della loro energia per volare, e dunque cercano sempre la rotta che permette loro di volare il minimo possibile. Nonostante il loro piccolo cervello, sono in grado di effettuare operazioni straordinarie. Abbiamo bisogno di capire come riescono a risolvere il problema del commesso viaggiatore senza l’utilizzo di un computer”, ha dichiarato il dott. Rainen, responsabile del progetto. “Se comprendiamo, come malgrado il loro piccolo cervello le api riescano a risolvere questo problema, potremmo anche migliorare la nostra capacità organizzativa quotidiana, senza dover utilizzare software aggiuntivi”, ha poi aggiunto.
Non c’è da rimanerci male, fa parte della capacità d’adattamento che connota ogni essere vivente. Citando Darwin: “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”. A suo modo, una bella notizia su questo animaletto ultimamente minacciato dell’estinzione (trovate qui una infografica emblematica sulla moria delle api che si è verificata negli ultimi anni).
Tra l’altro, non è la prima volta che le api si dimostrano più intelligenti di quanto possa sembrare. Qualche anno fa apparve sulla rivista Nature uno studio condotto dall’Università di Berlino dove si dimostrò che questi insetti erano capaci di riconoscere concetti astratti.
Un’ulteriore esempio della loro intelligenza, individuale e collettiva, è venuto da uno studio del Dipartimento dell’Agricoltura USA che ha svelato come mai le api sigillino apparentemente senza motivo alcune celle negli alveari: si è scoperto che le api tendono ad isolare le celle dell’alveare contenente polline più contaminato da elementi chimici, a dimostrazione di un comportamento intelligente a protezione del gruppo.
In ogni caso, sul perché le api siano più intelligenti di un personal computer lo rimandiamo agli scienziati. Molto più interessante è simulare il loro comportamento nella nostra vita reale. Quante volte ci siamo messi sull’auto senza progettare bene il tragitto da percorrere; e così ci siamo trovati a girare in tondo, per poi ricordarci di svoltare a destra o a sinistra; o prendere la prima uscita anziché l’ultima; o quella stradina al posto del passaggio a livello. Meglio fare come le piccole api: puntare a una meta e cercare la strada più breve per raggiungerla. Pensate a che risparmio di tempo e di benzina avremmo. La procedura andrebbe brevettata, nel frattempo la facciamo rientrare nel novero delle buone pratiche per inquinare di meno.
E poi, un’ultima considerazione: non è emozionante sapere che questi piccoli esserini si dimostrino più intelligenti dei super-computer? Non è un’ulteriore dimostrazione della perfezione della natura, raggiunta in miliardi di anni di evoluzione? Una perfezione e una complessità che l’uomo, come ci dimostra l’esempio in questione, è ancora ben lungi dal comprendere pienamente e che andrebbe maggiormente riconosciuta e rispettata.






fonte: tuttogreen

martedì 3 maggio 2011

Il giardino si popola di goblin, fate e gnomi







Lo sapevate che a partire dal mese di maggio di quest’anno, in un paese della costa amalfitana con un nome che è tutto un programma, Furore (SA), è entrata in vigore l’ordinanza del sindaco che vieta di esporre nel proprio angolo verde i nani da giardino? Altererebbero l’ambiente naturale (come del resto, viene da pensare, le case, le strade…) e quindi vanno rimossi, e in caso, abbattuti. Neanche Biancaneve si salva dalla crociata “furente” del primo cittadino… Ma siamo sicuri che i piccoli uomini siano poi così incompatibili con un paradiso verde? Forse, dando un’occhiata alle opere di David Goode, talentuoso scultore inglese, potreste anche cambiare idea, e considerare gnomi, goblin e folletti ospiti graditi tra le vostre beniamine vegetali… E’ un’antica usanza, quella di rendere vivo il giardino con statue e sculture. Popolarlo con vere e proprie opere d’arte, cariche di simbolismo, era tradizione nelle ville dei potenti, che dimostravano così il fulgore del proprio regno. Ma anche le persone comuni hanno mutuato questa tradizione, non utilizzando pregiate opere uniche ma, più umilmente, popolando il proprio spazio verde, per quanto piccolo, di figure mitiche o immaginarie. I “nanetti” sono così entrati nei giardini. Ma, tra chi considera il giardino come oasi naturale, spesso non hanno molta fortuna.




E di fatto, la loro fattura spesso non si può dire sia di gran qualità, specialmente da quando si è imposto lo standard disneyano. Esiste addirittura chi pensa che i giardini siano, per i poveri nani, una prigione e si è schierato a loro difesa. Gli iscritti al Fronte dei Nani da Giardino, nell’intento di riportarli alla loro sede d’origine, i boschi, sono disposti a rapirli e, in ultimo caso, a “sopprimerli” per alleviare la pesante tortura della cattività… E viene subito in mente “Il favoloso mondo di Amelie” e il suo nano scomparso. A quanto sembra però, la terra d’origine dei nani da giardino sarebbe in realtà l’Inghilterra. Proprio la stessa patria dei fiabeschi personaggi di David Goode, presentati al Chelsea Flower Show di quest’anno.Nel mondo di David, i nani si sono trasformati in goblin, maliziosi e burleschi. Li si trova appollaiati sugli orci o li si può sorprendere nei laghetti, che attraversano con le loro minuscole barchette, tra l’ombrosa verzura. Oppure guardando sotto ai funghi. Le espressioni di goia e sorpresa che la sapiente mano dello scultore riesce ad impremere sui loro volti rendono curioso e interessante ogni angolo, ingentilito da foglie e fiori o dallo scorrere di un allegro rivolo d’acqua. Del resto Goode ha la passione per i visi da sempre, basta dare un’occhiata ai suoi incredibili ritratti (da Freddie Mercury a Madonna, da Michael Jackson a George Michael, da Ronald Reagan a Yasser Arafat) nel celebre museo delle cere, il Madame Tussauds di Londra.
Le sue opere, in vendita online sul suo sito http://www.david-goode.com/, possono riportarci in un mondo animato dalla fantasia e dall’immaginazione, in cui abbiamo vissuto da bambini e che spesso abbiamo perso diventando adulti. Un angolo verde dunque, da cui però occhieggiano due furbi occhi da spiritello… Addio Biancaneve e i sette nani, dunque, e benvenuti, folletti da giardino!